La portata interpretativa argomentata della Suprema Corte a SS.UU. nella Sentenza N.12307/2015 (che individua nell’azione di accertamento negativo lo strumento per contestare l’autenticità e la provenienza della scrittura privata) non ha affatto escluso la possibilità di contestare il testamento olografo con la querela di falso, bensì rende quest’ultima facoltativa nei casi specifici di contestazione dell’autenticità della scrittura testamentaria.
La decisione delle Sezioni Unite del 2015 non esclude, comunque, che la parte che intenda denunziare l’apocrifia di un testamento olografo possa avvalersi, in alternativa all’azione di accertamento negativo, della querela di falso, la quale resta pur sempre un rimedio espressamente previsto dall’ordinamento, ove non intenda limitarsi a contestare la genuinità della scheda testamentaria con effetti circoscritti alla controparte, bensì conseguire un risultato più ampio e definitivo, come quello di eliminare dalla realtà giuridica il documento con sentenza avente efficacia “erga omnes” (Corte d’Appello di Bari, Sezione Civile, Sent. n. 874/2022).